Vivere o sopravvivere?
Siamo qui in un mondo che non capiamo ed anno dopo anno ci si ritrova a vagare in una vita non nostra.
Poi accade qualcosa di inatteso (o piuttosto così appare all’inizio) e travolgente ed a volte così terribile.
Ed a quel punto non è possibile più vagare, a quel punto si deve VIVERE, trovando le risposte alle domande di sempre.
Vivere o sopravvivere?
Da questa domanda altre se ne pongono:
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noi chi siamo?
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perché la vita è così difficile?
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è giusto vivere solo per sopravvivere?
Penso ai pianeti, alle stelle e rimango affascinata dal loro essere sospesi nel nulla buio, in cui è racchiusa tutta la vita e la sua composizione. E poi penso a noi che ci affanniamo sulla Terra e ci difendiamo da non si sa cosa.
Siamo esseri ETERNI e MAGNIFICI e quando lo dimentichiamo la nostra umanità si oscura.
Ma basta poco per riscoprirci, per ricordare chi siamo e, a quel punto, si deve iniziare a vivere.
E’ sufficiente pensare col cuore, uscire dagli schemi preconfezionati a cui siamo abituati ed iniziare a sentirci, sentire quella parte di noi che è stata sempre lì in attesa di un nostro risveglio.
Trovare del tempo per comunicare con noi stessi e per meditare è la conseguenza del cambiamento, così come imparare a gestire i pensieri, per dar loro una direzione diversa da quella abituale.
“Quando l’allievo è pronto il maestro compare” è una frase che abbiamo sentito tante volte, credendo sempre che il maestro è fuori di noi, ma quando noi siamo pronti, l’altra parte di noi – il maestro- arriva.
Noi siamo tante cose, tanti pensieri, tante realtà, tanti IO tutti insieme in un gioco di colori che si intreccia in un vortice di luce.
Quale IO voler far uscire è ciò che crea la nostra identità.
Vivere o sopravvivere?
Come rispondi?
Io decido di essere la parte migliore di me, decido di non farmi sopraffare da ciò che accade fuori di me, e al contrario scelgo di essere una luce e di tendere una mano per chi sarà pronto a prenderla.
E soprattutto oggi decido di VIVERE la mia vita, con le mie convinzioni, i miei ideali, le mie certezze, liberandomi della zavorra che non mi appartiene più.